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VIRUS e MALATTIA

Aggiornamento: 9 mar 2020

Che cos'è un CORONA VIRUS ?

 
 

I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS).

Sono virus RNA a filamento positivo, con aspetto simile a una corona al microscopio elettronico. La sottofamiglia Orthocoronavirinae della famiglia Coronaviridae è classificata in quattro generi di coronavirus (CoV): Alpha-, Beta-, Delta-- e Gammacoronavirus. Il genere del betacoronavirus è ulteriormente separato in cinque sottogeneri (tra i quali il Sarbecovirus).

I Coronavirus sono stati identificati a metà degli anni '60 e sono noti per infettare l'uomo ed alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi). Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale.

Ad oggi, sette Coronavirus hanno dimostrato di essere in grado di infettare l'uomo:

Coronavirus umani comuni: HCoV-OC43 e HCoV-HKU1 (Betacoronavirus) e HCoV-229E e HCoV-NL63 (Alphacoronavirus); essi possono causare raffreddori comuni ma anche gravi infezioni del tratto respiratorio inferiorealtri Coronavirus umani (Betacoronavirus): SARS-CoV, MERS-CoV e 2019-nCoV (ora denominato SARS-CoV-2).


Che cos'è un ”nuovo” Coronavirus?


Un nuovo Coronavirus (nCoV) è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell'uomo. In particolare quello denominato SARS-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019.


Cosa c’è da sapere

Cosa è la COVID-19?


 
 

La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove "CO" sta per corona, "VI" per virus, "D" per disease e "19" indica l'anno in cui si è manifestata). Lo ha annunciato, l’11 febbraio 2020, nel briefing con la stampa durante una pausa del Forum straordinario dedicato al virus, il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.


Il nuovo Coronavirus è lo stesso della SARS?


No. il nuovo Coronavirus (ora denominato SARS-CoV-2 e già denominato 2019-nCoV) appartiene alla stessa famiglia di virus della Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS) ma non è lo stesso virus.

Il nuovo Coronavirus, responsabile della malattia respiratoria ora denominata COVID-19, è strettamente correlato al SARS-CoV e si classifica geneticamente all'interno del sottogenere Betacoronavirus Sarbecovirus.


Perché è comparso il nuovo coronavirus? (FONTE: ISS)


La comparsa di nuovi virus patogeni per l’uomo, precedentemente circolanti solo nel mondo animale, è un fenomeno ampiamente conosciuto (chiamato spill over o salto di specie) e si pensa che possa essere alla base anche dell’origine del nuovo coronavirus (SARS-CoV-2). Al momento la comunità scientifica sta cercando di identificare la fonte dell’infezione.

7. Dove posso trovare altre informazioni sul nuovo Coronavirus?

Il Ministero della Salute ha realizzato un sito dedicato: www.salute.gov.it/nuovocoronavirus.

Le Regioni hanno attivato numeri verdi locali per rispondere alle numerose richieste di cittadini.


Covid-19, nuove raccomandazioni di igiene contro il virus

 
 

Per prevenire il contagio e limitare il rischio di diffusione del nuovo coronavirus è fondamentale la collaborazione e l’impegno di tutti a osservare alcune norme igieniche. Nel Dpcmpubblicato in Gazzetta ufficiale il 4 marzo è chiesto a scuole, università e uffici pubblici di esporre le seguenti misure di prevenzione igienico sanitarie, e ai sindaci e alle associazioni di categoria di promuoverne la diffusione anche negli esercizi commerciali (dalle farmacie ai supermercati).



1. Lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani.

2. Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.

3. Evitare abbracci e strette di mano. 4. Mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro.

5. Igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie).

6. Evitare l'uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l'attività sportiva.

7. Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani.

8. Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce.

9. Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico.

10. Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.

11. Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.




L'Istituto superiore di sanità (Iss) sottolinea che queste misure di distanziamento sociale "hanno lo scopo di evitare una grande ondata epidemica, con un picco di casi concentrata in un breve periodo di tempo iniziale che è lo scenario peggiore durante un'epidemia per la sua difficoltà di gestione". "Nel caso del coronavirus - spiega l'Iss - dobbiamo tenere conto, inoltre, che l'Italia ha una popolazione anziana, peraltro molto più anziana di quella cinese, e bisogna proteggerla il più possibile da contagi. Le misure indicate dalle autorità quindi vanno seguite nella loro totalità". Consulta il primo piano dell'Istituto superiore di sanità


La Vit.C e gli effetti sui VIRUS


ARTICOLO a cura di Valerio Pignatta e Stefano Pravato

È notizia di questi giorni che nell'ospedale cinese di Zhongnan dell'Università di Wuhan, le autorità sanitarie locali stanno avviando uno studio clinico su pazienti che hanno contratto l'infezione da coronavirus Covid-19 testando l'efficacia terapeutica della vitamina C somministrata in grandi dosi.




Per enfatizzare l’importanza di quest'ultima, già il dottor Frederick Robert Klenner, esperto in materia, diceva che mentre si aspettano i risultati delle analisi di una possibile infezione, converrebbe cominciare subito la terapia e somministrare vitamina C. In tempi più recenti, il dottor Thomas E. Levy ha sostenuto come non esista, e quasi certamente non possa esistere, nessuna malattia virale che non risponda positivamente all’uso di vitamina C. Non stiamo parlando di pasticche da banco, ma ovviamente di impiego medico, cioè infusioni endovena di soluzioni a base di ascorbato di sodio. E parliamo di quantità multi-grammo.

Finalmente, e il merito e gli onori del caso spettano ai ricercatori cinesi, nel bailamme di notizie che circolano su questa malattia e sugli ipotetici vaccini di cui ci si potrebbe giovare secondo l'OMS solo tra un anno e mezzo (e che comunque, anche se dovessero essere funzionali, sarebbero sempre e solo preventivi e non curativi), si fa strada la notizia di una sperimentazione seria che mira a trattare i malati qui e ora, ai quali altrimenti sarebbero riservate solo cure che spesso possiamo solo definire come palliative e di supporto, cioè miranti a ridurre la sofferenza in attesa e nella speranza che l’organismo riesca a farcela da solo.

La sperimentazione cinese recluterà 140 malati conclamati di polmonite derivata dal nuovo coronavirus (ora definito SARS-CoV-2) e il protocollo di cura prevede l’infusione di 24 grammi al giorno di vitamina C per sette giorni. Con pragmatismo, quindi, i ricercatori cinesi hanno preso atto che non esisteva una sperimentazione solida basata sui canoni moderni della EBM (Medicina Basata sulle Evidenze), concetto che non è così intuitivo come potrebbe far supporre il termine. E hanno deciso di farsela da sé, una sperimentazione che usa dosi alte per un periodo di tempo lungo e mediante infusione endovenosa. Era ora.

Era ora che qualcuno mirasse a valutare l’efficacia di una cura con la quale il dottor Klenner negli anni della sua attività medica, grosso modo dal 1940 al 1984, curò pazienti con parecchie malattie virali impiegando questa vitamina in dosi e modalità fino ad allora non ritenute valide. Il dottor Levy, nel suo libro "Vitamina C. Per liberarti da malattie infettive e tossine", ha riportato più di 1200 riferimenti a studi pubblicati comprovanti l’efficacia della vitamina C come rimedio per le malattie virali e come antitossico in genere.


Nel proprio piccolo, tuttavia, chiunque può mettere in atto minimi accorgimenti per limitare la possibilità di contagio di una infezione virale e per dare una prima risposta a eventuale infezione conclamata. Ad esempio, si può mettere in atto una integrazione con vitamina C che aiuti il sistema immunitario. Ciò è il soggetto di un altro libro Macro "Guarire con la Vitamina C" curato da Stefano Pravato (uno dei due autori di questo articolo).







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